I BAMBINI sono il nostro futuro...



Nella società odierna, anche i bambini incontrano spesso delle difficoltà, a volte simili a quelle dell’adulto.

Tale delicato periodo, in cui si generano la maggior parte delle condizioni che determineranno la corretta formazione di un individuo sano ed autonomo, può incontrare anche numerosi fattori di rischio che possono compromettere il corretto sviluppo del bambino.

Per questo se si manifestano dei sintomi o dubbi, è importante chiedere un parere psicologico, rivolgendosi ad uno specialista.

Difficoltà scolastiche  e rendimento

A causa di difficoltà emotive, di apprendimento di concentrazione o di attenzione si verificano problemi all'interno dell'ambito scolastico. E' importante comprendere esattamente le differenze prestando attenzione ai segnali d'allarme anche complici con gli insegnanti. Se presi in tempo alcune problematiche sono semplici da risolvere, ma se trascurate possono crescere insieme al bambino.

L’ansia

L’ansia è un’emozione ed è funzionale all’adattamento dell’organismo all’ambiente. L’ansia sana è una normale componente dello sviluppo del bambino: è uno stato di prontezza e attivazione dell’organismo collegato ad una situazione di attesa e/o pericolo.

L’ansia diventa patologica quando genera un disagio.

Spesso nel bambino è accompagnata da malessere fisico. Il bambino comunica il proprio disagio attraverso il corpo in molte  modalità (dal mal di pancia a vere e proprie sintomatologie psicosomatiche, conseguenza questa di un malessere che si scarica sul corpo senza che il bambino o l’adulto attorno a lui ne abbiano consapevolezza).

È importante  non sottovalutarlo i segnali d’allarme, per evitare che ciò che oggi può essere facilmente superato non generi nel tempo, se trascurato, qualcosa di più importante.

Difficoltà comportamentali

Accade spesso che alcuni bambini vengano definiti iperattivi perché faticano a rispettare le regole, a stare fermi oppure cambiano continuamente attività, distraendosi e con difficoltà di concentrazione.

Questi bambini crescendo potrebbero generare comportamenti oppositivi, provocatori o aggressivi soprattutto verso i propri coetanei. È importante riconoscere gli aspetti psicologici e relazionali del bambino prima di etichettarlo “iperattivo”, cercando di comprendere il disagio che sta vivendo.

Le balbuzie

La balbuzie, è un disturbo della parola in cui la fluenza è interrotta da blocchi o di ripetizioni di sillabe, causati da spasmi intermittenti dell’apparato fonoarticolatorio.

Esistono vari gradi di intensità: da una semplice titubanza e da una ripetizione spasmodica di sillabe (tartagliamento), all’inceppamento e all’arresto della parola (impuntamento); sino a forme più importanti dove la balbuzie è accompagnata da movimenti associati (sincinesie) e da tic.

Il periodo di insorgenza, sono i 3 anni (massima espansione linguistica) e i 6 anni (scolarizzazione); più rare le insorgenze dopo i 12 anni.

L’incidenza è maggiore nel sesso maschile rispetto a quello femminile. La precocità dell’intervento diagnostico può migliorare l’efficacia del trattamento.

Il trattamento di tipo logopedico può favorire la capacità di controllo del flusso verbale, con una probabile diminuzione del disturbo, ma è importante associare un percorso terapeutico, per comprendere la difficoltà emotiva che incontrano o che causa tale disturbo.

ENCOPRESI ED ENURESI

Disturbi dell’evacuazione delle feci

L’encopresi è caratterizzata dall’emissione involontaria e spesso inconsapevole di feci. È una forma di “incontinenza” che può interessare i piccoli in età scolare, l’età di insorgenza è in genere tra i 6-8 anni.

Possono esser presenti difficoltà emotive  nel bambino, talvolta transitori. Di solito il bambino è molto preoccupato per la sua incontinenza e passa le ore della giornata con l’ansia, il senso di colpa, la paura di essere scoperto e/o accusato.

Il disturbo si manifesta generalmente nelle ore diurne ed è più frequente nei maschi.

Si può parlare di encopresi primaria quando il bambino non ha mai raggiunto il controllo dello sfintere anale per un periodo sufficientemente lungo (qualche mese) e di secondaria quando il bambino ricomincia a perdere le feci dopo aver avuto un periodo di controllo (di qualche mese).

Disturbi dell’evacuazione dell’urina

L’enuresi è la ripetuta emissione di urine, involontaria, o occasionalmente anche intenzionale, che avviene di solito durante il sonno, in bambini di almeno cinque anni di età, in assenza di lesioni all’apparato urinario e di condizioni mediche generali.

Distinguiamo enuresi notturna, la più comune, in cui la perdita di urine avviene solo durante il sonno notturno; e di enuresi diurna quando la perdita avviene durante il giorno, è più comune nelle femmine che nei maschi, rara dopo i nove anni.

L’enuresi e l’encopresi sono disturbi che interferiscono con un sereno ed equilibrato sviluppo della personalità del bambino. È fondamentale intervenire precocemente per prevenire l’insorgere del disagio e dell’ ansia.

Questi disturbi a volte possono essere  associato ad esempio alla nascita di un fratellino, al cambiamento o all’inserimento della scuola, alla separazione dei genitori, ad un trasloco.

Il trattamento psicologico ha l’obiettivo di aiutare il bambino e la famiglia a superare questo periodo di difficoltà per evitare l’aggravarsi di situazioni imbarazzanti o aumentare il disagio e il senso di colpa del bambino.

Le paure

Le paure sono frequenti e accompagnano la normale crescita del bambino. Tutti abbiamo avuto delle paure quando eravamo bambini.

A volte le paure persistono interferendo con le attività quotidiane trasformandosi in una vera e propria fobia, soprattutto quando genera una reazione angosciosa. In questo caso si può chiedere un parere ad un esperto in modo tale da valutare l’entità della cosa ed eventualmente sostenere il genitore.

Tic

Sono tutti quei movimenti rapidi, ripetitivi, stereotipati senza uno scopo preciso, che il bambino compie senza averne il controllo.

Può evidenziare una difficoltà di espressione emotiva (rabbia, angoscia, rammarico, eccitazione o imbarazzo) che non si riesce ad esprimere in altro modo.

È importante escludere possibili cause fisiologiche e poi rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutare il bambino ad esprimere attraverso altre strade, il conflitto e l’ansia che sta alla base del tic. Allo stesso tempo si possono aiutare i genitori a trovare strategie efficaci per sostenere il figlio nel superamento delle sue difficoltà.